Il futuro di San Pietro della Ienca - di Maria Scarsella -

C’è un giardino in località San Pietro della Ienca, fatto di valli all’orizzonte e alture, di profumi d’erbe e piccoli fiori, di un cielo limpido, a volte, ricoperto di nubi. Lì anche i temporali diventano armonia, canto universale, in totale fusione con gli altri elementi di quel sacro luogo. Lì è stata eretta una piccola chiesa fatta di pietre, unite tra loro con sapienza da mani di pastori, guidate solo dalla bellezza del luogo. Tutto lì è splendore, nascosto anche nel silenzio. Già … il silenzio! Sono andata molte volte in quel posto naturale e suggestivo. Lì raccoglievo tutti i miei pensieri e li ascoltavo nell’intimità del mio cuore. Mi guardavo intorno, estasiata, riconoscente e il desiderio di sdraiarmi su quell’erba fitta, colorata di un verde inusuale, quasi raro, era forte. Non ho mai osato farlo. Il mio sollievo poteva essere solo una pietra quando spuntava da quel maestoso e delicato manto. Poi, ad ogni ritorno, qualcosa cambiava e la magia della solitudine, di quel contatto intimo e profondo con la natura, s’attenuava, perché quel tesoro si cominciava ad ignorare, a non riconoscerlo. E, così, si fanno progetti per un turismo religioso di massa: bar, bagni, parcheggi sotterranei; alberghi? L’ho sognato, forse, e per l’amore che nutro per quel posto ho avuto timore che ciò potesse accadere nella realtà. Allora, come da brava scolara, ho cercato di mettere in ordine i miei pensieri in base alle mie conoscenze. Ho riflettuto: « Certo, la nostra città è in profonda crisi. I giovani vanno via perché non c’è futuro. Con quale diritto io mi spavento di un sogno e lo divulgo? Non è etico. Allora bisogna salvare la natura e contemporaneamente occuparsi del futuro delle persone e della nostra città-territorio. E… come farlo?» Ho dato uno sguardo ai dintorni. Ho visto borghi storici e bellissimi, abbandonati, poi un albergo mai andato in funzione. Tutto, improvvisamente, si anima. Ci sono decine e decine di turisti. Poi, vedo navette silenziose, elettriche, che li portano vicino al luogo sacro, e poi lo raggiungono a piedi, pregando nella chiesa dei loro cuori. Ma, c’è dell’altro. Il sito si raggiunge a gruppi e non numerosi. In alcuni posti è norma consolidata e il turismo, così, si coniuga con i diritti della natura. Anche le stradine nelle valli sottostanti, percorse dai pastori fin da epoche remote, si riempiono di pellegrini silenziosi. Che miracolo! Il sacro luogo è visitato in modo consapevole e, quindi, protetto. Arrivano i posti di lavoro. I borghi di Camarda, Assergi, si popolano di nuovo. L’albergo ai piedi della valle, finalmente, entra in funzione. Lateralmente alla chiesetta, nei locali forse un tempo abitati da pastori, si creano servizi igienici e un piccolo bar. Il personale medico e volontari curano e accompagnano disabili e anziani con veicoli elettrici. Poi, vedo pregare in quella piccola, umile chiesa un Pellegrino dalla veste bianca. E’ piegato dal dolore: sente arrivare la profanazione imminente di quel luogo. Gli aquilani, però, lo rassicurano: proteggeranno quel sito a Lui tanto caro. Sapranno esprimere con determinazione solo progetti utili, per assicurare davvero lavoro e benessere alla comunità e, al tempo stesso, sapranno rinunciare ad una colpevole devastazione. Maria Scarsella Pagliare di Sassa Immigrazione Gamal replica a Giuliante nLe dichiarazioni dell’assessore Giuliante più che elettorali le definirei folcloristiche. I dati sull’immigrazione sono pieni di errori, piegati come sono al maldestro tentativo di sostenere una tesi comoda ma retriva. La realtà è diversa dagli slogan. Sono sconcertato. All’assessore Giuliante mi limito a ricordare che la paura e l’odio sono stratagemmi elettorali che hanno funzionato forse negli anni passati, ma ormai gli italiani sono vaccinati. Lo dimostra il tracollo di consenso alla Lega nord. Di ben altra visione ci sarebbe bisogno dopo i ripetuti richiami dell’Unione europea in materia di discriminazioni e diritti, l’ultimo quello sulla disastrosa situazione delle nostre carceri. La legge 46 è una legge che la Regione deve finanziare, perché riguarda i Comuni, la scuola, le associazioni. Tutto un tessuto che rischia di morire, non so se per superficialità o per scelta ideologica della Regione. Gamal Bouchaib Consigliere straniero aggiunto al Comune dell’Aquila
 



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