Tasi, pagamento rinviato al prossimo autunno il Comune promette esenzioni

La prima rata della Tasi, la tariffa sui servizi indivisibili, si pagherà a ottobre. Il Comune dell’Aquila, come l’80 per cento delle amministrazioni locali, ha deciso, in assenza di parametri certi per il calcolo dell’imposta, di posticipare in autunno la scadenza dell’acconto. La compresenza della vecchia Imu e le particolari condizioni in cui versa la città, con un buon numero di abitazioni ancora inagibili, rende il calcolo complesso. Tanto da indurre l’amministrazione a far slittare il pagamento, in attesa che il governo definisca le norme generali di attuazione della Tasi. «I cittadini pagheranno il primo acconto a ottobre e il saldo a dicembre», spiega l’assessore al bilancio Lelio De Santis, «come prevede la normativa, per i comuni che ancora non recepiscono gli indirizzi per la nuova Tasi. Abbiamo preferito non tartassare gli aquilani, che in questo periodo sono alle prese con il pagamento della Tares e delle rate delle bollette del Progetto Case. Entro giugno il governo dovrebbe definire l’operazione: a quel punto, parametri alla mano, saremo in grado di calcolare quanto e come si dovrà pagare». Ma una prima certezza c’è: il Comune dell’Aquila non applicherà l’aliquota massima. «Cercheremo di tenere al minimo le tariffe, consapevoli della difficile situazione economica e sociale che si vive in città», afferma De Santis, «e di agire sulle categorie meno abbienti con particolari esenzioni, che consentono di ridurre la tassazione, sul modello di quanto applicato lo scorso anno con le abitazioni affittate agli studenti. Tenderemo ad applicare l’aliquota più bassa, nel rispetto delle esigenze di bilancio, da cui non si può prescindere». L’amministrazione tornerà a bussare alla porta del governo per chiedere un contributo che consenta la copertura di parte delle entrate derivanti dalla Tasi. «Siamo in un comune terremotato, dove molte abitazioni risultano ancora inagibili», ricorda De Santis. «Pertanto, gli introiti derivanti dalla Tasi saranno inferiori rispetto a quelli della vecchia Imu, nel pre-terremoto. Il governo, per far quadrare i conti, deve metterci di suo ed erogare, attraverso un contributo straordinario, le somme mancanti: non possono essere certo i cittadini che hanno una casa agibile a coprire tutte le spese».



 



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