Allarme cinghiali Gli allevatori chiedono interventi

 A poche ore dall'intrusione dei cinghiali nel giardino dell'abitazione del presidente della Provincia, Antonio Del Corvo, a Celano, tornano ad alzare la voce le associazioni degli agricoltori, stufi di vedere i propri campi devastati dagli animali. A lamentarsi sono soprattutto la Coldiretti e il Cospa. L'associazione dei coltivatori diretti definisce una beffa gli indennizzi, in arrivo in questi giorni, per i danni causati alle aziende dalla presenza di cinghiali nella zona: «Si tratta di risarcimenti di circa il 40% dei danni accertati dalla Provincia che, certamente, non compensano i disagi arrecati dagli animali». Intanto, il problema sembra di anno in anno peggiorare, come denuncia Dino Rossi del Cospa Abruzzo: «I cinghiali sono tornati all’attacco nei campi coltivati nella valle alta del Tirino e più precisamente alle pendici del monte di Pesatro sul comune di Ofena limitrofe ai confini del Parco Gran Sasso Monti della Laga». Non solo: anche Rossi si scaglia contro i rimborsi, perché riservati solo ai terreni all'interno del Parco. «Solo nel Comune di Castel del Monte la somma di risarcimento ammonta a oltre 44mila euro, mentre i contadini fuori Parco attendono il risarcimento da parte della Provincia» spiega. «I campi fuori area Parco vengono devastati ogni notte. I campi di orzo sono già stati decimati». Per questo motivo i contadini hanno intenzione di farsi giustizia da soli: «Siamo costretti ad infrangere la legge» continua Rossi. «I cinghiali sono tornati più numerosi di prima, ma ad aspettarli ci saremo noi armati di fucili, cani e altri mezzi per respingerli o abbatterli. Le aziende agricole non possono permettersi il lusso di sfamare gli animali del Parco, sono già al collasso per i costi di gestione, sono costrette con i denti a difendere il raccolto di un anno utile al fabbisogno aziendale». Intanto la Coldiretti parla di provvedimento insoddisfacente per il nuovo regolamento sulla gestione dei cinghiali approvato nell'ultimo consiglio regionale, mentre ritiene i risarcimenti insufficienti. «Si tratta di una umiliazione bella e buona» dice Massimiliano Volpone, direttore di Coldiretti L’Aquila «non servono semplicemente incentivi, sono necessarie azioni importanti e decisive. Sono completamente saltati gli equilibri ambientali, le colture sono danneggiate definitivamente, gli allevamenti aggrediti da fauna inferocita. E con l’estate, la situazione è destinata a peggiorare. Nella provincia aquilana il problema sta assumendo dimensione sempre più inaccettabili» aggiunge, «i prodotti di pregio del territorio, come lo zafferano di Navelli, sono messi a repentaglio dall'invasione incontrollata dei selvatici. Siamo di fronte alla distruzione dell’economia locale delle aree interne, uno scempio su cui diciamo basta e chiediamo una volta per tutte soluzioni definitive». Secondo Coldiretti è necessario lavorare per un riequilibrio ambientale e faunistico. «Gli equilibri faunistici si sono rotti e questo costituisce un forte incentivo per le aziende ad abbandonare la campagna o peggio ancora la montagna dove le buone pratiche di agricoltura e zootecnia sono irrinunciabili per il presidio idrogeologico dei versanti. Il nuovo governo regionale», evidenzia Volpone, «dovrà considerare questo tema centrale per la vita delle aree interne».

 



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