Rimane schiacciato dal trattore,recuperando la legna in una zona impervia

Quando ha cominciato a diffondersi la voce che di Giovanni Tiberi non si avevano notizie da ore – lui sempre così pronto a rispondere al telefono – prima alla spicciolata, poi come un grande corpo unico, mezzo paese ha cominciato a mobilitarsi verso la montagna. Ma lo hanno ritrovato gli uomini della Forestale alle nove di sera schiacciato sotto al peso del suo piccolo trattore carico di legna, con la barra di ferro – quella che separa la parte della guida dal corpo del mezzo agricolo – proprio sulla schiena, lasciandolo senza scampo in mezzo al bosco di San Giovanni di Torninparte, oltre la fonte del Puzzillo, andando verso la località nota come Cerasolo. Una delle località più amate e frequentate dai tornimpartesi e non solo. Così se n’è andato Giovanni Tiberi «de Tiberò», 55 anni, padre di Claudia, 27 anni ed Elena, di 24, facendo quello che faceva da giovanissimo, andare in cerca di legna, una delle sue attività oltre al lavoro di autista dell’Ama (l’Azienda per la mobilità aquilana). A ritrovarlo, dopo circa sei ore di ricerche per terra e per cielo con l’elicottero della Forestale, è stata una squadra di uomini guidata dall’ispettore capo della Stazione di Tornimparte della Forestale, Domenico De Paolis, accompagnato anche da un medico del posto. Ma fino all’ultimo istante tutti in paese hanno sperato di rivederlo scendere vivo. A dare l’allarme la moglie Cristina, che non vedendolo rientrare si è preoccupata. I soccorsi – sul posto, oltre alla Forestale, sono arrivati sin dal pomeriggio anche i vigili del fuoco e il soccorso alpino della Finanza – hanno cominciato subito a setacciare la zona, assolutamente isolata dal punto di vista delle comunicazioni telefoniche, nonostante a valle ci siano le antenne di diversi operatori. Ma per ore elicottero e soccorritori non sono riusciti a rintracciarlo per quelle zone che Giovanni conosceva molto bene anche come cacciatore e amante della montagna. E quando l’elicottero ha desistito, al calar della luce, decine di persone si sono attrezzate alla meglio – chi con la jeep, chi con una Panda 4x4, chi con una Cinquecento – per affiancare avanti e indietro dal paese alla montagna i soccorritori, con quella forza unica, un misto di solidarietà e spirito di corpo che caratterizza da sempre la gente di montagna. Anche il fratello Domenico e il nipote Pietro si sono attivati per cercare l’autista. Poi, alle 21, al gruppo di familiari, amici e conoscenti che aspettavano giù, a Valle Mara, all’ingresso conosciuto dai più come la strada per le grotte di Vaccamorta, la notizia che nessuno avrebbe voluto sentire: Giovanni non ce l’ha fatta.

- da Il Centro -



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