Halloween e zucche vuote

Sarà anche vero che non ci appartiene, come dicevano anni fa della festa di Halloween quelli con la puzza sotto al naso, forse ignorando che ci appartiene (come europei) molto più che agli americani, essendo di origine celtica. Ma, di fatto, ormai celtici o no, ci appartiene e come. Come ci appartengono di diritto le zucche vuote con cui si celebra. Che sono tante, sicuramente più di quelle piene, visto come vanno le cose. Ma lasciamo andare, una volta tanto, le cose cosiddette serie, e svaghiamoci un po’ con questa ricorrenza che dà la stura alla cascata di feste fino all’Epifania.
Halloween sarà anche una cretinata di fondo, almeno come è ridotta e concepita oggi, ma c’è. Se l’origine è celtica (ma ormai chi sa chi erano i Celti?), la diffusione potente e incontenibile è dovuta agli Americani. L’hanno ricevuta dagli emigrati europei molto tempo fa, e l’hanno elaborata, gonfiata, modificata, massificata. Senza complicarsi la vita per capire cosa potesse significare e da dove provenisse. Tanto, loro dell’Europa conoscono a malapena qualche luogo da cartolina. E Londra. Niente altro. Il pilastro sul quale è stata edificata questa piccola bambinata a base di zucche e candele, è l’amore per l’horror, per la paura, per la creduloneria. Il minestrone scotto che ormai contagia milioni di persone anche da noi è fatto di paura, ignoranza, brivido facile, streghe, zombi, e altre cosine del genere. Un rifugio dalla realtà? Una fuga verso l’irrazionale che però emoziona più del razionale? Una tendenza generale a cercare ciò che non si trova più: un mondo accettabile. Quindi sarà cretina, questa halloweenmania, ma è spiegabile. Appunto, le zucche vuote. Ma meglio vuote che ricolme di ipocrisia, falsità, cattiveria, disonestà, orrore fanatico. In certi momenti della storia, la fuga è non solo utile, ma anche inevitabile. Sì, meglio andarsene dalla realtà. Fuck you, realtà.

Gianfranco Colacito



Condividi

    



Commenta L'Articolo