Mille assegnatari del "Progetto CASE" non hanno mai pagato le bollette

Sono state notificate due giorni fa le prime ordinanze di revoca degli alloggi del progetto Case per morosità totale in relazione al pagamento delle bollette. L’indebitamento si riferisce alle letture effettuate fino al marzo scorso, non al nuovo metodo che tiene conto dei metri quadrati. Sono mille fino a oggi coloro che non hanno mai pagato le bollette del progetto Case, 820 di essi, nei mesi scorsi, hanno ricevuto le diffide da parte del Comune, ha ribadito l’assessore comunale, Lelio De Santis. Diffide che non hanno sortito evidentemente effetto, visto che anziché diminuire il numero dei morosi è salito da 820 a mille in poco tempo. Molti di questi assegnatari non sono aquilani, alcuni di essi non sono reperibili. Insomma recuperare le somme non sarà un gioco da ragazzi anche perché con il personale a disposizione (Vigili urbani) effettuare mille notifiche di sfratto potrebbe comportare alcuni mesi.
Ai mille debitori totali peraltro si sommano 1.500 morosi parziali ai quali l'amministrazione darà la caccia al più presto. Il fatto paradossale è che i morosi usciti dalla porta del progetto Case potrebbero rientrare dalla finestra. «Una volta eseguiti gli sfratti per morosità, infatti, i mille cittadini si ritroveranno senza un tetto e dovranno così rivolgersi alla Prefettura - ipotizza De Santis - che sicuramente li indirizzerà al Comune, costretto ancora una volta a mettere a disposizione gli alloggi».
Insomma, il gioco dell’oca è servito. Evidentemente alcune strategie vanno affinate anche per l'assessore De Santis che ha convocato per domani (oggi per chi legge) una riunione con i dirigenti tesa a capire in primo luogo chi fa cosa. «Altro obiettivo - ha aggiunto De Santis - sarà quello di procedere ad uniformare i canoni degli appartamenti. È assurdo che paghi di più di un normale assegnatario che ha un reddito Isee al di sotto di 15 mila euro l’anno.
C’è poi un’argomentazione curiosa, quanto sui generis: alcuni cittadini che hanno avuto i balconi sequestrati in seguito ai crolli di Cese di Preturo non intendono pagare per intero i canoni. Sarebbe come pagare l’affitto per una cella, dicono. De Santis però non sa come affrontare il problema, visto che sarebbe assurdo prevedere una riduzione del canone sottraendo i balconi non fruibili. «Mi rendo conto tuttavia del disagio che stanno subendo questi cittadini», ha aggiunto. Insomma le grane al progetto Case non finiscono mai.

 



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