Il capogruppo di Rifondazione comunista: "i 30 dipendenti de Centro Turistico vanno pagati"

Una variazione di bilancio, per consentire il pagamento degli stipendi ai 30 dipendenti del Centro turistico del Gran Sasso. Dopo la denuncia dei sindacati, che hanno sollecitato le dimissioni dei vertici aziendali, interviene il capogruppo di Rifondazione comunista Enrico Perilli. A ridosso della partenza della nuova stagione invernale, il personale non viene pagato e restano sul tappeto i grandi problemi che da anni tormentano la montagna aquilana. Sono in fase di stallo sia il piano industriale approvato dal consiglio comunale, sia l’operazione di privatizzazione del Centro turistico, con l’ingresso di Invitalia. Al palo anche la sostituzione della seggiovia delle Fontari, nonostante siano disponibili i 6 milioni provenienti dai fondi Cipe per la ricostruzione: il progetto è fermo, dopo che sono arrivate due osservazioni in sede di procedura di impatto ambientale. «I trenta dipendenti del Centro turistico del Gran Sasso», afferma il consigliere della maggioranza Perilli, «non percepiranno lo stipendio per il mese di novembre. Una situazione inaccettabile, soprattutto alla luce della grave crisi economica che attanaglia il Paese in generale e il nostro territorio in particolare. I problemi di gestione della società non possono ricadere sui lavoratori e sulle loro famiglie». Anche Perilli mette sotto accusa l’attuale gestione dell’azienda, che rappresenterebbe il nodo da sciogliere: «Al di là della nostra valutazione circa i cosiddetti progetti di sviluppo del Gran Sasso, infatti, è del tutto evidente che il problema, al momento, è rappresentato dalla gestione. Il Partito della Rifondazione comunista è, dunque, assolutamente favorevole a una variazione al bilancio comunale finalizzata a consentire il pagamento degli stipendi per i dipendenti dell’azienda, la cui proprietà è interamente nella mani del Comune. Dopo di che andrà affrontata seriamente la questione del personale. L’imperativo è senza dubbio evitare i licenziamenti, provvedendo invece ad attivare politiche concertate e ragionate di spostamento e riconversione dei dipendenti che non possono pagare il prezzo dei problemi legati alla gestione». «Gestione», conclude Perilli, «che costituisce un nodo da affrontare e da sciogliere per scongiurare il ripetersi di situazioni analoghe e per garantire i diritti dei lavoratori della società».

 



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