I lavoratori del Centro Turistico protestano in Consiglio comunale

Potrebbe essere una fideiussione da 150 mila euro, verosimilmente contratta dal Centro turistico del Gran Sasso la soluzione tampone per rendere possibile il pagamento dei 2 mesi di stipendi arretrati per i circa 30 lavoratori del Centro Turistico del Gran Sasso che non percepiscono lo stipendio e, non vedono alcuna prospettiva sul loro futuro occupazionale.


Dopo la brevissima seduta del Consiglio comunale, saltata tra le polemiche per mancanza del numero legale, è stata riunita d'urgenza la commissione dei capigruppo che - insieme al Sindaco - ha discusso della difficilissima situazione che vive la municipalizzata alla presenza dei lavoratori del Centro Turistico che questa mattina erano presenti in Comune.


I lavoratori hanno inteso ribadire di aver svolto sempre le proprie mansioni permettendo, così, il regolare svolgimento delle stagioni invernali ed estive, "anche se additati continuamente  come sabotatori, inefficienti e nullafacenti". E hanno proposto una loro ricetta: "Più degli interessi personalistici, è prioritario il progetto comune da portare avanti con nuove strategie condivise e concordate. Se la volontà sarà questa, lo si dica apertamente, perché a noi sembra tutt'altra cosa. Ci sembra che la volontà sia quella di uno sviluppo con affidamento a società private di turno che, a questo punto, ci auguriamo abbiano capacità, risorse, affidabilità e che non vengano per fare la classica 'scarpetta' a quello che è rimasto nel piatto".


"La grave situazione che investe le municipalizzate, in particolare Centro Turistico Gran Sasso, denunciata anche dai sindacati, impone una seria ed urgente riflessione politica", si legge in una nota firmata dal consigliere comunale, e vicepresidente regionale di Forza Italia, Guido Quintino Liris. "Si rischia, oltre al grave disagio dei dipendenti con ritardi nel pagamento degli stipendi, di compromettere i servizi erogati ai cittadini.
La proposta è quella di operare, entro pochi mesi, una riduzione immediata ed intelligente delle Spa. La strada,concreta, da percorrere subito, quella di 'passare' la gestione della funivia dal Ctgs all’Ama, assieme al personale addetto, con immediato e concordato progetto di adesione dell’Ama alla costituenda azienda unica del trasporto regionale, è auspicata da molti, è sulla bocca di tanti addetti ai lavori, ma ad oggi non esiste nessun atto concreto e formale in questa direzione. Per quale motivo tanta lentezza e tanta reticenza? Chiedo che l'amministratore unico del Centro Turistico renda pubblica, innanzitutto, la pianta organica della Società che gestisce, e promuova immediatamente l'assorbimento in Ama dei dipendenti abilitati alla gestione del trasporto su fune".
La stagione è a rischio. Risposte concrete non sono arrivate, neppure stamane. "Stiamo cercando nei limiti delle leggi, perché poi sotto le grinfie della Corte dei Conti finiamo noi e non certo i sindacati o i consiglieri comunali che stanno cavalcando la vicenda, di assicurare un ulteriore sostegno al Ctgs, ad oggi strutturalmente incapace di reggere", sottolinea il sindaco Cialente, "Ci siamo assunti la responsabilità di anticipare i soldi che Regione Abruzzo ha trasmesso al Comune dell'Aquila a previsione di pagamento, ma che non sono ancora arrivati, come quota di trasporto pubblico, 600mila euro per Ama e 88mila per la funivia del Centro turistico. Stiamo valutando se c'è la possibilità, nell'ambito delle norme, di dare un finanziamento per ristorare le spese dal Ctgs in investimenti strutturali. Ci impegneremo, inoltre, ad anticipare al massimo i soldi che trasferiamo annualmente".
Il progetto di sviluppo non è in discussione, insomma. Anche se Invitalia non fitterà il ramo d'azienda. "Stiamo lavorando secondo i dettami della legge. Esistono delle leggi in Italia e nell'ambito di norme che cambiano di volta in volta, e ad oggi se una società pubblica è in deficit deve licenziare, stiamo cercando di capire come trovare una soluzione che non ci faccia finire in galera. Si lavora così, oramai". Intanto, la legge di stabilità prevede che entro il 31 Marzo 2015 i Comuni italiani presentino il piano di riordino delle partecipate. E la situazione è difficilissima non solo in seno al Centro turistico.

 



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