Un pezzo d’Australia nel cuore de L’Aquila

Il primo ministro Kevin Rudd, gradito ospite alla cena per il 50mo anniversario di fondazione de Il Globo, ha tolto i veli al progetto che sarà in parte finanziato con il denaro raccolto dall’iniziativa pro-vittime del terremoto in Abruzzo lanciata, subito dopo il terribile sisma del 6 aprile del 2009, dall’Italian Media Corporation (Il Globo-La Fiamma-Rete Italia) che ha ottenuto un pronto appoggio del governo federale: i soldi donati generosamente dalla comunità italiana d’Australia all’Abruzzo Earthquake Appeal, quasi raddoppiati da Canberra, saranno utilizzati nella costruzione del Nuovo Teatro Stabile dell’Aquila.
L’annuncio del primo ministro è stata la classica ciliegina sulla torta del cinquantenario che corona quello che è stato un po’ il fiore all’occhiello di un anno che ha visto Il Globo (assieme ovviamente alla Fiamma e Rete Italia) in prima linea sul fronte della solidarietà. L’appello per l’Abruzzo, infatti, è stato un successo che ha bissato, nel giro di solo pochi mesi, l’altra iniziativa dell’Italian Media Corporation, a favore delle vittime degli incendi del Victoria. Due appelli, per due terribili tragedie, che hanno messo in evidenza la grande vitalità e generosità della comunità italiana d’Australia e il felice e duraturo rapporto che esiste fra la collettività stessa e il gruppo editoriale guidato da Ubaldo Larobina.
Ieri il primo ministro e il presidente del Comitato di garanzia dell’Abruzzo Earthquake Appeal, l’ex ambasciatore e attuale presidente  del gruppo SACE (Agenzia di credito all’esportazione), Giovanni Castellaneta - anche lui presente assieme ad altri illustri ospiti (tra i quali l’ambasciatore d’Italia a Canberra Gian Ludovico de Martino di Montegiordano, patrono dell’appello,  e  l’ex ministro dell’Immigrazione e attuale ministro ombra per la Famiglia e i Servizi sociali Kevin Andrews) alla serata del cinquantenario tenutasi alla Casa d’Abruzzo -, hanno spiegato l’importanza del progetto che è stato scelto dopo una serie di consultazioni - inclusi la Protezione Civile, il Comune de L’Aquila e i cittadini delle aree colpite dal terremoto - e avere preso in considerazione altre proposte che rientrano nei piani di ricostruzione delle zone devastate dal sisma: l’importanza di ridare al più presto uno spazio sociale e culturale ad una città gravemente ferita che vuole ritornare a vivere.
Il  Teatro Stabile  - ha spiegato il suo ideatore, l’architetto Mario Cucinella in un messaggio-video - diventerà il “nuovo centro”, sotto l’aspetto socio-ricreativo, della città. Un punto focale che sarà nel bel mezzo di una vasta area verde, con impianti sportivi, strutture-giochi per bambini, un mercato permanente e un vasto spazio pubblico che circonderà la struttura a cono del nuovo teatro. Che avrà una tipologia complessa altamente funzionale per servire una sala principale con 545 posti a sedere destinata ad ospitare rappresentazioni teatrali, musicali di vario genere, spettacoli di balletto e danza,  garantendo un altissimo profilo di visibilità e udibilità a tutti i livelli. Particolare attenzione è stata data ai valori acustici per garantire i massimi indici di chiarezza, definizione ed intensità.
La struttura sarà completamente in legno e questo “perché in Italia – ha spiegato Cucinella - c’è una storia di strutture in legno per teatri. Basta pensare alla Scala, o al teatro Olimpico di Palladio a Vicenza”. Una struttura quindi tradizionale, anche se l’interpretazione architettonica è molto contemporanea: è come una nave, con una specie di armatura esterna che tiene assieme l’intera costruzione.
Dal plastico e dai disegni del progetto si rileva la nuova concezione degli interni: non più un’area separata, una platea, ma un nuovo spazio “altamente democratico” dove gli spettatori saranno tutti insieme, esattamente con la stessa visuale del palcoscenico e quindi dello spettacolo. Sopra, tutt’attorno ci sarà una galleria per gli studenti. Quindi un’opportunità, è stato fatto notare, non solo di costruire un teatro, ma di risolvere in questo momento uno dei problemi principali de L’Aquila, di ricostruire ed offrire ai cittadini uno spazio comunitario.
L’Australia sarà l’unico Paese donatore inserito nel progetto e pertanto il contributo della comunità italo-australiana riceverà il giusto riconoscimento pubblico.
Il Comitato di garanzia (a fianco di Castellaneta come co-presidente c’è l’ambasciatrice australiana a Roma Amanda Vanstone, ne fanno inoltre parte i generali Fabrizio Castagnetti, ex capo di Stato Maggiore dell’Esercito Italiano e Carlo Cabigiosu ex vice capo della Difesa, Annibale Marini professore Emerito di Diritto civile presso l’Università di Roma, Tor Vergata e, con compiti di assistenza, i funzionari dell’Ambasciata australiana Paul Garwood e Toshi Kawaguki) è rimasto in costante contatto con il Comitato nazionale dell’Abruzzo Earthquake Appeal, per la scelta del progetto che, è stato sottolineato, potrà essere completato nel giro di soli sei mesi. Il fatto che il  sindaco de L’Aquila Massimo Cialente abbia  appoggiato l’iniziativa, dati i suoi poteri speciali d’intervento come vice Commissario per la ricostruzione, non potrà che agevolare i lavori aiutando  ad accelerare le procedure burocratiche del progetto stesso che sarà seguito, passo per passo, nella sua realizzazione da Castellaneta e i suoi collaboratori.
Per Il Globo un cinquantenario quindi da incorniciare: due appelli con straordinari risultati, una doverosa “battaglia” contro l’assurda e offensiva presunta satira nei confronti dell’Italia e degli italiani d’Australia dell’Australian Financial Review, con lo straordinario appoggio di una comunità che nei momenti che “contano” non delude mai le aspettative. Per il giornale l’ennesima dimostrazione che, cinquant’anni dopo, rimangono vivi e più validi che mai i principi e gli impegni presi con i lettori, e la collettività in generale, dal suo fondatore e primo direttore Ubaldo Larobina con quel primo editoriale, apparso il 4 novembre del 1959 nel primo numero de Il Globo: la “costruzione” cioè di un “ponte ideale” fra gli italiani in Australia e quelli che vivono in Italia, rimanendo sempre vicini alla vita della comunità, rispondendo puntuali alle sue aspettative, alle sue ambizioni e alle sue necessità. 



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