Cannoni sul Gran Sasso, scontro tra Cialente e Visconti

 «Vorrei rispondere al professor Visconti che sul Centro sferra, con la consueta pungente e colta ironia e la consueta pacata aggressività, un pesante attacco alla mia proposta di installare cannoni per neve sul Gran Sasso, affermando che tra 20 o 30 anni, causa l’incapacità della politica mondiale di bloccare il riscaldamento del pianeta, sparirà la neve dall’Appennino». Così inizia la replica del sindaco Massimo Cialente alle affermazioni del docente per il quale non è opportuno spendere soldi per i cannoni sparaneve sul Gran Sasso visto che tra pochi anni, a suo dire, non nevicherà più. «Mi evito la battuta», aggiunge, «che, alla luce dei luoghi comuni sulle previsioni meteorologiche a lunga gittata, mi porterebbe a dire che potrei temere di avere nel campo dello sci la concorrenza di Sulmona o Pescara. Voglio invece provare a ragionare. Non credo di fare affermazioni tragicomiche, anzi proprio grazie al mio background di medico, sono abituato a partire da dati oggettivi, ad analizzarli, a dedurne soluzioni, valutandone pro e contro (se volete indicazioni e controindicazioni, o meglio effetti favorevoli ed effetti indesiderati) effetti benefici o negativi. Proprio per forma mentale i medici mancano delle granitiche e indiscutibili certezze di altre branche scientifiche, che ha volte portano a fondare giudizi su incrollabili certezze. Magari perché noi siamo più abituati a prendere sempre i dati con maggior senso critico. Insomma ognuno ha il suo background! Cannoni sì o no. Vi sono diversi elementi da considerare. L’importante è capire il problema della captazione idrica. Per il resto, per i prossimi trent’anni, vale a dire l’arco lavorativo di un’intera generazione, io l’investimento lo farei. E sì, perché, mentre noi aspettiamo lo scioglimento dei poli, tutti gli altri, per trent’anni, intanto lavoreranno, creeranno posti di lavoro, daranno un futuro a migliaia di cittadini. In altre parole, in nome del disgelo futuro, non avrei piacere che i nostri giovani, o meno giovani, maestri di sci, dovessero emigrare sulle Alpi (come già fanno), a insegnare (come in questi giorni sul Sestriere e tutto l’arco alpino) a neo-sciatori su piste artificialmente innevate». «A questo punto, a mio avviso», aggiunge il primo cittadino, «l’investimento converrebbe. Ricordo tra l’altro che la vita di un impianto di risalita è tra i 20-25 anni. Tra l’altro due considerazioni: la prima è che niente niente poi smette di nevicare tra 40 anni...sai che fregatura... la seconda è che in venti anni puoi continuare a espandere il turismo non legato agli sport invernali, ma alla fruizione estiva che sin da ora stiamo implementando. Troverei più tragicomico rinunciare al turismo invernale dichiarando che tra 20 o 30 anni il mondo sarà troppo caldo. È come se il sindaco di Pescara, Venezia eccetera, abbandonassero qualsiasi intervento sino a quota 7 metri sul livello del mare, se chiudessimo i porti, aspettando l’innalzamento degli oceani. A che pro investire nel porto di Ortona? Perché rifare gli impianti di riscaldamento nelle nostre case? Facciamo come in Sicilia. Basta una stufetta due o tre giorni l’anno. Finiremo tutti come la nota pubblicità: “Anto’...fa caaaldo!”». «Tra l’altro credo che la politica internazionale agirà», conclude il sindaco. «Vorrei ricordare sin d’ora l’altissima percentuale italiana di energia da fonti rinnovabili. Diceva un signore...l’ottimismo della ragione».


IL COMMENTO DELL'ING. GAETANO SEBASTIANI
Gentilissimi Sono un ingegnere aquilano che da tanti anni vive a Venezia, dove da tempo partecipa alla discussione degli aspetti tecnici critici del MOSE, uno dei quali è l'atteso aumento del livello dei mari, dovuto all'effetto serra. Con questa nota vorrei dare un contributo alla discussione in atto sulla proposta del sindaco Cialente di installare cannoni sparaneve sul Gran Sasso. In risposta al sindaco, il prof. Visconti esperto di effetto serra e cambiamenti climatici, ha affermato che fra 20 o massimo 30 anni non ci sarà più neve negli Appennini. Da parte mia non posso non affermare che, questa volta, il politico ha ragione sul professore. Il cambiamento climatico è un fenomeno oggi accettato dalla comunità scientifica, anche se non proprio all’unanimità. Si parla di un aumento della temperatura media della terra, ma nessuno ipotizza che il fenomeno sia uniforme in tutti i posti del mondo e peraltro si dà per assodato che i fenomeni estremi (caldo, freddo, precipitazioni ecc.) aumenteranno sia in numero che in intensità. Una delle stime oggi più accreditate valuta l’aumento medio globale delle temperature per effetto serra di 2 gradi per il 2052 e 2,8 gradi per il 2080. Ammettendo che su Campo Imperatore si verifichi un aumento pari a quello medio globale (ovviamente è un'ipotesi), dato che attualmente le temperature medie dei mesi invernali sono -4 gradi per gennaio e febbraio e -2,5 gradi per dicembre e marzo, ancora nel 2100 in inverno avremo medie sotto zero. C’è inoltre da considerare che le temperature minime su Campo Imperatore arrivano facilmente a 8-10 gradi sotto zero e che per sparare la neve si possono utilizzare le finestre fredde. Certo, oltre al freddo ci sono da considerare gli altri elementi in gioco, acqua, energia, economia… Ma penso che siano problemi risolubili, come in tanti altri posti. Considerando poi che i più moderni cannoni possono sparare neve artificiale anche sopra zero, penso che i nostri nipotini avranno ancora tanti anni per godersi la neve e sciare sul Gran Sasso. Gaetano Sebastiani, Venezia
 



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