Allevatore ucciso dal toro: il fratello patteggia 17 mesi

Tre anni fa un allevatore aquilano perse la vita dopo essere stato incornato da un toro: ieri mattina il caso giudiziario, davvero triste per una serie di implicazioni, si è chiuso per sempre. Infatti l’unico imputato, Americo Pezzopane, accusato per la morte del fratello Enrico, ha patteggiato un anno e 7 mesi di reclusione con i benefìci di legge. Gli erano stati contestati il reato di omicidio colposo e violazioni di norme sulla sicurezza nel lavoro. I fatti si verificarono nell’ azienda agricola allora gestita dalla vittima con il fratello, tra le frazioni di Monticchio e Onna. Questa la dinamica. Americo, secondo una ricostruzione, aveva preso il toro per condurlo in un angolo del podere. Improvvisamente l’animale, che non aveva mai dato segni di insofferenza, si rivoltò contro l’allevatore colpendolo con le corna. Intervenne Enrico per dargli manforte ma anche lui fu costretto a subire la furia dell’animale: tentò di bloccarlo ma venne sbalzato per aria e cadde battendo la testa, cosa che gli creò una grave emorragia cerebrale. Pezzopane, che aveva 46 anni, fu ricoverato in prognosi riservata al «San Salvatore» per poi essere trasferito in una clinica di Chieti per la riabilitazione. Infatti, dopo un periodo nel quale sembrava essersi ripreso, anche in seguito a un’operazione chirurgica, ci fu una crisi cardiaca che fu letale forse a causa delle condizioni di estrema debolezza fisica dell’allevatore. Sul posto, dopo la tragedia, ci fu un sopralluogo della Forestale e degli ispettori Asl e, in effetti, sembrava che il caso potesse essere ricondotto alla fatalità senza attribuire responsabilità a nessuno. Invece in un secondo momento gli investigatori hanno ritenuto che un colpevole ci fosse. Questi, piuttosto che affrontare un inutile e doloroso processo, ha scelto di patteggiare la pena. Lo ha difeso l’avvocato di fiducia Pierluigi Pezzopane.

- da il Centro -



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