Campo Imperatore, stagione lunga Impianti aperti fino al 3 maggio

In quota resiste sugli sci solo Campo Imperatore: la stazione del Gran Sasso, infatti, è l'unica in Abruzzo ad avere ancora aperti gli impianti di risalita e ancora li terrà aperti fino al 3 maggio. Le due seggiovie quadriposto e la funivia di arroccamento che servono le sette piste, anzi, stanno funzionando in questo periodo a pieno ritmo, tutti i giorni e con punte nel fine settimana che superano le mille presenza (1.600 l'altro fine settimana quando c'è stato un evento organizzato). «L'affluenza in questo periodo da noi è stata sempre buona - spiegano i gestori - neve ce n'è in abbondanza e le temperature sono ancora basse. Stiamo recuperando i tanti fine settimana nei quali soprattutto per motivi di vento abbiamo dovuto chiudere. E' interessante notare come quest'anno, oltre ai tradizionali flussi da Roma e L'Aquila, ci sia stata una grossa presenza di sciatori dalle Marche».
Con una coltre di neve che va dal metro ai due metri e mezzo, la stazione di Campo Imperatore, che tocca quote di 2.200 metri di altitudine, non teme flessioni in questa coda stagionale, anzi con la chiusura degli altri impianti di risalita abruzzesi conta di aumentare in queste ultime due settimane di circo bianco il numero di presenze. Nonostante la neve sia ancora abbondante un po' ovunque, infatti, chi prima chi dopo, gli operatori hanno deciso di chiudere i battenti.

Persino la Magnolia di Ovindoli, dove l'apertura era programmata fino al ponte della festa dei lavoratori, ha deciso ieri improvvisamente di fermare gli undici impianti (anche se quelli a valle erano stati già chiusi): «L'interesse è scemato - spiega il sindaco Pino Angelosante - nonostante con la chiusura di Roccaraso il martedì dopo Pasqua, si fosse registrato un buon afflusso, questo fine settimana il calo è stato verticale». Chiusi da ieri, ma già programmata, anche gli impianti di Campo Felice, dove tuttavia la stagione, nonostante i fine settimana dal tempo incerto, è stata tutto sommato positiva: «Quest'anno abbiamo rivisto i veri sciatori - spiega Luca Lallini, gestore della stazione - non ci ha penalizzato la crisi, ma più il maltempo. Se questo è il trend, però, c'è da ben sperare per il futuro. Questo fine settimana (quello trascorso, ndr) è stato l'ultimo più per motivi di sicurezza che per assenza di sciatori: la neve comincia ad ammollarsi presto la mattina e il nostro obiettivo è quello di offrire piste sicure e divertimento».

Due conti in tasca se li è fatti invece Roccaraso, la più importante stazione sciistica non solo d'Abruzzo: «C'è neve e le temperature reggono - spiega Roberto Del Castello, gestore dell'Aremogna - tuttavia dopo Pasqua abbiamo deciso di chiudere perché per tenere aperto il nostro comprensorio sciistico servono 25mila euro al giorno e la quantità di sciatori che si riversa sulle piste non rende conveniente l'impresa». Tra luci e ombre, insomma, l'economia legata agli sport invernali conferma di avere ancora un alto potenziale in Abruzzo: un settore a cui, forse, farebbe bene una seria programmazione in grado di non disperdere i benefici «dell'oro bianco».


 



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