Piano d’emergenza il Comune punta sulla comunicazione

 «Il piano di Protezione civile ora c’è ed è un piano all’avanguardia e facilmente consultabile. Il nostro impegno, subito dopo l’Adunata degli alpini – per la quale siamo da mesi in prima linea – sarà ora quello di coinvolgere il più possibile i cittadini, le scuole e le associazioni di volontariato». Ha esordito così Eugenio Vendrame, responsabile dell’Ufficio di Protezione civile del Comune, nella conferenza stampa tenuta insieme ai componenti della struttura (Daniela Ronconi, Domenico De Angelis, Fabio Frullo, Antonio Andreone e Donatella Biasini) e al consigliere delegato Giuliano Di Nicola. E proprio Di Nicola, prima di lasciare spazio ai “tecnici”, si è lasciato andare ad alcune valutazioni politiche. «Appena un anno fa non c’era nulla, neppure un ufficio dedicato alla Protezione civile. Ora abbiamo una struttura e un Piano di emergenza. È un lavoro fatto nell’interesse della città e che quindi non dovrebbe avere colorazione politica. Invece, al momento del voto, il centrodestra, con l’unica eccezione del consigliere Properzi, ha lasciato l’aula. Un atteggiamento politicamente scorretto, tanto più che erano state recepite le proposte arrivate dai banchi dell’opposizione». Una parentesi aperta e subito chiusa da Di Nicola per dare poi spazio al lavoro svolto e ai programmi. Così si è parlato delle convenzioni tra il Comune e le associazioni di volontariato di Protezione civile per l’adozione delle 74 aree di attesa e delle 18 di accoglienza. Diciassette le richieste arrivate, ma per la stipula delle convenzioni tutto è rinviato a dopo l’Adunata degli alpini. Quindi l’esercitazione Asterics, realizzata in stretta collaborazione con la Protezione civile della Regione Abruzzo, che ha visto la partecipazione di oltre cento volontari. Poi l’Adunata, «con l’attività di supporto che sta impegnando l’intera struttura», ha precisato Vendrame, aggiungendo poi, nell’elenco delle cose già fatte, la parte più importante, ovvero il Piano di emergenza comunale approvato il 30 aprile scorso». «Subito dopo l’Adunata», ha detto Ronconi, responsabile di una delle tre microstrutture in cui l’ufficio si è organizzato, «partiremo con la campagna di comunicazione e con il piano di formazione continua per le associazioni di volontariato, ma anche per le scuole». «Nel Piano di emergenza (250 pagine con schede tecniche e 19 cartografie), è stata ridisegnata la mappa delle aree di raccolta e accoglienza della popolazione. Ma la particolarità», ha spiegato Vendrame, «è che tutta la documentazione è on line e facilmente comprensibile». Vendrame ha poi aggiunto che «verrà costantemente aggiornata la parte del Piano relativa al centro storico. Previsti due diversi scenari: uno diurno, caratterizzato dalla presenza di addetti alla ricostruzione, dipendenti e utenti di uffici, banche e negozi, e l’altro notturno. Scenario, questo, che tiene conto della presenza dei residenti e dei frequentatori di pub, ristoranti e hotel».
- da Il Centro -

 



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