Cialente: Se non pagate vi sfratto e vi tolgo i soldi della ricostruzione

 

 

 

 

Niente casa di prima e niente casa di adesso. Il sindaco Massimo Cialente fa la voce grossa sull’annosa questione dei canoni di locazione e di compartecipazione alle spese comunali del Progetto Case e Map, la cui gestione ha determinato la condanna inflitta dalla Corte dei Conti. Il Comune tira dritto. Il sindaco ha mandato avanti, lunedì, la dirigente Enrica De Paulis con una nota. Poi ci ha pensato su ancora un po’, ha letto e riletto le accuse di disorganizzazione, confusione e altro contenute nella dura reprimenda dei giudici contabili, e ha schierato il suo plotone d’esecuzione (degli sfratti, s’intende) di cui fa parte anche, oltre ai dirigenti dei settori interessati, compreso l’ufficio legale, il vicesindaco Nicola Trifuoggi che siede al suo fianco. «Il Comune provvederà a recuperare i soldi dei morosi del Progetto Case e Map in tutti i modi possibili, anche dai contributi privati per la ricostruzione delle loro abitazioni». Questo il proclama lanciato da Villa Gioia, anche sull’onda della rivolta di piazza evocata dalla destra con una manifestazione di protesta nella sede comunale. «Occupassero pure casa mia», tuona Cialente. «Ma devono pagare: è un fatto di giustizia nei confronti di chi, tornato a casa o meno, paga regolarmente». «Un consigliere cavalca la vicenda ma c’è una legge che dice che tutti i residenti Case e Map devono partecipare alle spese per le manutenzioni ordinarie. È legge dello Stato. Abbiamo fatto una delibera consiliare passata in giunta e commissione che fissa i criteri. Noi ci ritroviamo a gestire circa 1143 Map (1132 occupati) e 4470 alloggi Case. Uno dei più grandi condomìni d’Italia dove vivono persone da 6 anni che hanno avuto la fortuna per 4 anni di non dover pagare perché pagava Pantalone fino al 2013. Al contrario di tutti gli altri aquilani rientrati nelle loro case e tornati a pagare affitti e spese condominiali e chi aveva la casetta sicura per conto suo si paga tutte le manutenzioni ordinaria e straordinaria. I cittadini dei Map sono un po’ privilegiati. Hanno come una villetta singola con lo spazio, il riscaldamento autonomo...una serie di vantaggi rispetto a chi sta nel Case. I Map, poi, sono stati fatti cittadino per cittadino, frazione per frazione. Ora è arrivato il momento che si deve pagare: per una legge e per una decisione del consiglio comunale. Anche perché nel 2014 lo Stato non ha dato più soldi. Chiedo a Liris se è giusto che s’intenda far ricadere sulle spalle di tutti i cittadini, 71mila persone, i problemi relativi ai 1132 nuclei dei Map. Per noi non è giusto. Dopo 6 anni non si è vinto un 13 col terremoto: si torna ad affrontare le spese che c’erano prima del sisma per ogni famiglia aquilana. I Map in questi anni hanno avuto manutenzione. Tutti gli aquilani hanno pagato 300mila euro per i Map. Nel 2014 sono stati effettuati 190 interventi: 100 di questi, per 200mila euro, per continuo spurgo di fogne atturate fatte male ma non fatte da noi. Poi infiltrazioni e altro. In più, se Liris è candidato sindaco del centrodestra per noi è un vantaggio ma è una persona che non sa neanche che per il Comune la gestione, tra riconsegne, verifiche lavori, cambio alloggi, riscossione affitti, comporta il lavoro di 36 persone con un mare di straordinario. Dopo sei anni basta: anche i residenti dei Map devono partecipare alle spese. La Corte dei Conti ci ha condannato per cose accadute mentre stavamo con la fune in canna. Abbiamo avviato un’importante fase di recupero che andrà avanti in tutti i modi possibili e consentiti dalla legge. Per il 2013 abbiamo i conti precisi: bisogna organizzarsi e pagare. Sennò partono gli sfratti. Cento sono già partiti. Non sarà il Comune a curare la fase della sistemazione di chi viene tirato fuori: toccherà a governo, Regione, forze dell’ordine. Per coloro che sono morosi e sono proprietari e devono soldi al Comune noi interverremo coi soldi della ricostruzione. Sulla parte privata del condominio ci tratteniamo i soldi. Lo conferma anche l’ufficio legale: le somme sono aggredibili. E lo faremo. E invierò la sentenza, come una denuncia, affinché si verifichino le morosità in tutta Italia. Chi non ha possibilità di pagare si rivolga al prefetto e alla Regione. Gli altri paghino». La dirigente De Paulis spiega che «da giugno 2014 a oggi abbiamo inviato 1900 solleciti di pagamento tra affitti e bollette, centinaia di ingiunzioni. Sono partiti 100 procedimenti di revoca alloggi per i morosi totali. Stesso procedimento per i morosi al 30% e per tutti quelli che non hanno pagato i consumi fino al 2013 pur avendo i consumi individuali. Dal 2015 basteranno tre rate mancate. Ci sono 10 giorni per iniziare a mettersi in regola. Se non lo faranno, entro 30 giorni scatterà lo sfratto coattivo».

- da Il Centro -

 



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