La liberazione dell’Aquila, un percorso della memoria per non dimenticare

 

 

 

 

 Si sono svolte ieri mattina le celebrazioni per la commemorazione del 71esimo anniversario della Liberazione della città dell’Aquila. Il sindaco Massimo Cialente ha deposto una corona di fronte alla lapide in Piazza Palazzo, alla presenza delle principali autorità civili e in particolare del prefetto Francesco Alecci . «Quel 13 giugno di 71 anni fa gli aquilani avevano già avuto la notizia delle stragi di Onna e di Filetto e avrebbe pianto dopo anche la morte dei Nove martiri» (uccisi dai nazisti nel settembre 1943 ma i corpi vennero ritrovati solo dopo la Liberazione della città ndr) ha ricordato il sindaco «all’indomani della Liberazione tuttavia la città fu in grado di sprigionare forti energie, da cui nacquero le maggiori istituzioni culturali della città. Da una grande tragedia siamo stati in grado di liberare capacità forti di ripresa. Questo è l’insegnamento più importante di questo giorno». Subito dopo, il Comune – in collaborazione con il Cai (club alpino Italiano) l’Anpi (associazione nazionale partigiani d’Italia), l’Istituto Abruzzese per la storia della Resistenza e dell’Italia Contemporanea – ha presentato il percorso “Memoria- Natura 1943-44”. Un sentiero che intende commemorare i luoghi che furono scenario degli episodi più rilevanti della Resistenza aquilana, nel biennio, 1943-44 e che oltre ad avere una funzione storico-culturale ha un’importante valenza naturalistica, dal momento che l’intero percorso attraversa il Parco Gran Sasso e Monti della Laga. L’assessorato alla Cultura del Comune ha sposato in pieno il progetto, ideato dalla sezione dell’Aquila dell’Anpi e realizzato grazie alla collaborazione del Cai, dell’Istituto Abruzzese per la Storia della Resistenza e dell’Italia Contemporanea e del Parco Nazionale Gran Sasso e Monti della Laga. Il percorso, di circa 60 chilometri, si articola in sei tratti: 1. L’Aquila- San Sisto- Collebrincioni, inaugurato l’anno scorso con il cippo in memoria dei Nove martiri, 2. Collebrincioni- Fonte Nera- Arischia, zona operativa del gruppo partigiano di Antonio D’Ascenzo e luogo di fucilazione dei pescaresi Vermondo di Federico e Renato Berardinucci, medaglie d’oro al valor militare. 3. Arischia- Casale Cappelli, luogo di scontro armato tra il gruppo di Giovanni Ricottilli e i tedeschi, in cui perse la vita il partigiano Giovanni Di Vicenzo da cui prese poi il nome la banda partigiana “Giovanni Di Vincenzo” (fu messa una n in più al nome) . 4. Casale Cappelli- Assergi- Filetto, luogo d’azione dei partigiani del gruppo Aldo Rasero e della strage dei civili del 7 giugno 1944, quando Filetto fu dato alle fiamme. 5. Filetto- Monte Archetto, luogo di insediamento del gruppo di Aldo Rasero nella primavera del 1944, 6. Monte Archetto- Onna, luogo della strage nazista dell’11 giugno 1944. I vari tratti sono segnati con pannelli illustrativi che contengono informazioni storiche, naturalistiche e paesaggistiche. Ieri mattina l’illustrazione della parte storica è stata affidata al professor Davide Adacher, mentre quella naturalistica è stata spiegata nel dettaglio dall’ingegner Salvatore Perinetti del Cai. Il dottor Paolo Muzi dell’Anpi ha ricordato la nascita del progetto e gli studi storici relativi agli episodi rievocati. «L’anno scorso abbiamo inaugurato il primo tratto del percorso, quello che commemora i Nove martiri – ha ricordato l’assessore Betty Leone – quest’anno abbiamo pensato di presentare l’intero percorso che ricorda i principali avvenimenti della Resistenza aquilana, con l’obiettivo di coinvolgere le nuove generazioni sulla conoscenza di fatti rilevanti della nostra identità e della storia recente della nostra città».

 



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