La burocrazia e l’ambientalismo esasperato sta condannando il Gran Sasso alla chiusura

 

 

 

Una famiglia di fringuelli alpini potrebbe bloccare la sostituzione della seggiovia della Fontari e lasciare tante famiglie senza stipendio. La burocrazia e l’ambientalismo esasperato sta condannando il Gran Sasso alla chiusura.
E’ la riflessione degli operatori turistici del Gran Sasso che chiedono un incontro urgente il 25 giugno prossimo con Comune, Regione Abruzzo, Parco nazionale Gran Sasso Monti della Laga, e anche associazioni ambientaliste, al fine di avere un'unica risposta: quando partiranno i lavori di sostituzione della seggiovia vecchia di decenni bloccata dalla burocrazia.
I soldi per i lavori ci sono,  9,5 milioni di fondi Cipe, il progetto pure, si attende l’esito della gara d’appalto. Quello che mancano sono i bolli e le firme che devono apporre le burocrazie dei vari enti.
Parole durissime degli operatori poi contro il Wwf e Italia nostra, ovvero contro "ambientalisti pescaresi che con lo stipendio garantito, vogliono ridurre alla fame centinaia di famiglie dell'entroterra, con motivazioni ridicole surreali, per puro capriccio". Parole dure contro il Parco, definito un inutile carrozzone che da undici anni  deve approvare il Piano territoriale"
“ A Roccaraso investono milioni di euro per potenziare gli impianti - si sfoga Fabrizio Bellassai – a Campo Felice e Ovindoli hanno scavato una galleria, sul Monte Bianco hanno fatto una funivia a 4 mila metri di altitudine. Mi chiedo dove erano gli stessi ambientalisti che continuano a perseguitarci. E dov'erano quando hanno costruito alberghi sulla spiaggia nelle loro città. Qui rischiamo il fallimento per una famiglia di pur rispettabilissimi e simpatici fringuelli, che per qualcuno è ragione sufficiente per impedire di sostituire e potenziare una vecchia e pericolosa seggiovia”.




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