Sfrattato dal progetto CASE tenta il suicidio

 

 

 

 

 

Un’altra storia della disperazione partorita dal terremoto: tenta di togliersi la vita nell’imminenza dello sfratto. La tragedia, per fortuna solo a metà, si è consumata ieri mattina in un’abitazione del Progetto Case di Coppito 3. L’uomo, che aveva accumulato delle morosità per la permanenza nell’alloggio antisismico, aspettava la visita della polizia urbana. Per la verità il 61enne aveva anche concordato una sorta di restituzione del dovuto e aveva raggiunto un accordo per andare altrove. Sta di fatto che ieri mattina i vigili urbani, si sono presentati nell’abitazione occupata dal 61enne per lo sgombero esecutivo e hanno bussato alla porta senza avere risposta. A quel punto hanno insistito ma non è servito a nulla. Poco dopo è stato chiesto all’autorità giudiziaria di entrare visto che si temeva un epilogo drammatico. Gli agenti della polizia municipale hanno aperto una finestra e sono entrati da lì. Il tutto è avvenuto in un momento di massima concitazione con alcuni residenti molto critici con gli agenti (che stavano facendo solo il loro dovere), invitandoli a soprassedere. L’irruzione nella casa, dove l’uomo viveva da solo, ha dipinto a tinte fosche lo scenario: l’uomo era esanime. I primi tentativi di rianimazione sembravano poter dare dei risultati ma poco dopo le condizioni sono parse aggravarsi in modo repentino. A quel punto è stata chiamata un’ambulanza del 118 che ha portato il 61enne al pronto soccorso dell’ospedale San Salvatore. Le valutazioni dei medici sono sembrate molto più allarmanti di quanto fosse sembrato a prima vista. L’uomo, che a appariva in stato comatoso (forse ha ingerito farmaci) rischiava di non riprendersi più. Ora si trova ricoverato nel reparto di rianimazione con prognosi riservata anche se non appare in pericolo di vita. I vigili urbani, ovviamente, hanno inviato una relazione al sindaco sull’accaduto. La vicenda degli sfratti, circa 70 quelli programmati in una prima fase cominciata lo scorso 14 luglio, nasce dopo che l'amministrazione è stata condannata per danno erariale per non avere preteso il pagamento di affitti e spese condominiale nei nuclei antisimici dopo il terremoto del 6 aprile 2009. Il sindaco, Massimo Cialente, aveva detto di rifiutarsi di cacciare di casa i cittadini già terremotati, invitando il governo a occuparsene ma non ha potuto fare diversamente per non rischiare condanne dalla Corte dei conti.

 



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