Stop alle casette di legno provvisorie dei privati

Il Comune è pronto a revocare la delibera che risale alla fine di maggio del 2009 con la quale veniva autorizzata la costruzione di casette di legno provvisorie per far fronte all’emergenza abitativa causata dal terremoto dell’aprile del 2009.
 In più di un anno nell’immediato circondario cittadino sono nate centinaia di casette (ma probabilmente sono più di mille) che sulla carta dovrebbero essere smantellate nel giro di qualche anno, a emergenza finita, ma che in realtà sono destinate a restare per sempre. È probabile che nei prossimi anni il Comune sarà costretto a fare una sanatoria.
 La decisione dell’amministrazione di dire stop alle costruzioni provvisorie su iniziativa di privati, nasce anche dall’aver verificato (basta farsi un giro intorno all’Aquila per rendersene conto) che come al solito c’è chi si è allargato e qua e là sono spuntate vere e proprie villette in legno che nulla hanno a che fare con le casette d’emergenza.
 In sostanza, a causa del terremoto sono sorti gli alloggi del piano Case, i Map nelle frazioni e una sorta di terza città provvisoria fatta appunto di casette fai da te.
 Una situazione urbanistica caotica di cui in futuro bisognerà tenere conto nella redazione dei piani urbanistici. Prima ancora che la città venga ricostruita il capoluogo di regione ha quindi già cambiato volto.
 Il Comune dovrebbe presto avviare controlli anche per verificare se tutto ciò che autonomamente è stato costruito sia frutto di una regolare autorizzazione. Il sospetto infatti è che molti abbiano tirato su abitazioni in maniera del tutto abusiva. Insomma un vero e proprio ginepraio da cui sarà difficile uscire



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