Migranti al progetto CASE, scontro su facebook tra assessori

 

 

 

 

Assessori si beccano su Facebook sulla proposta pescarese di accogliere i migranti nel Progetto Case. Lelio De Santis dell’Idv va all’attacco: «Il collega Pelini ha espresso una sua personale opinione, non concordata con nessuno. Io penso che allo stato non sia possibile sul piano amministrativo né su quello politico. Oggi, l’impegno prioritario dev’essere quello di evitare che il Progetto Case diventi un guaio per l’amministrazione e la città». Non si fa attendere la replica di Fabio Pelini: «Credo, caro collega De Santis, che con il tuo post sull’utilizzo del Progetto Case, tu sia alla ricerca di facile consenso e, oltretutto, non hai letto con attenzione ciò che ho detto. Aggiungo che, essendo tu assente in giunta da una settimana, non puoi sapere se ne abbiamo parlato o meno. Così, per la cronaca». Quindi la controreplica di De Santis: «Evidentemente abbiamo orari diversi». Più ecumenica la riflessione del sindaco Massimo Cialente. «Leggo la polemica, della quale potremmo fare utilmente a meno, sulla proposta di ospitare nel Progetto Case i profughi. La polemica mi sembra, come purtroppo accade sempre in Italia, scatenata da posizioni ideologiche o populistiche che, come al solito, si contrappongono senza partire da alcuna analisi. Così come la proposta, certamente avanzata in buona fede, la vedo priva di qualsiasi conoscenza della situazione aquilana e poggiata su numeri inesistenti». Dopo una lunga premessa geopolitica, e dopo una professione di fede («da uomo cattolico e con la mia storia di impegno nei valori della sinistra, io sto con le parole di Papa Francesco), il sindaco arriva al nocciolo della questione. «Cosa può fare L’Aquila? Purtroppo anche per noi, non possiamo fare nulla. In pochi, anche tra gli aquilani, hanno focalizzato che nella nostra città sono tuttora da ricostruire circa 1200 alloggi di edilizia residenziale pubblica, e che addirittura aspettiamo ancora i fondi per avviarne i cantieri. Questi nuclei sono tutti ospitati nel Case. Annualmente vengono emanati i bandi per le “case popolari” alle quali rispondono centinaia di famiglie. Stiamo sistemando i nuclei di fragilità sociale, ma non riusciamo a far fronte alla domanda. Il che vuol dire che nei prossimi 2-3 anni difficilmente disporremo di alloggi liberi. E poi il consiglio comunale ha deciso di concedere alloggi, quando saranno liberi, a famiglie Over 65, studenti universitari, giovani coppie. Per l’accoglienza ai profughi in questo momento la nostra provincia non può offrire una prospettiva. I dati economici sono terribili. Proporci oggi come ospitanti “definitivi”, vorrebbe dire non offrire alcuna seria possibilità per queste persone, visto che oggi stentiamo a dare risposta ai nostri concittadini. Invito tutti a fare queste considerazioni prima di fare inutili polemiche, e pregherei di sperare che un domani, il più vicino possibile, ci potessimo trovare nelle condizioni di proporci per accogliere questi che io chiamo fratelli. Vorrebbe dire che L’Aquila avrebbe finalmente risolto i suoi drammatici problemi».


 



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